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Premio Strega 2022

Il vincitore e gli altri finalisti

L’8 luglio scorso al Ninfeo di Villa Giulia a Roma è stato assegnato il Premio Strega 2022, in una serata caratterizzata da un improvviso temporale estivo almeno durante la prima parte dell’evento condotto da Geppi Cucciari al fianco di Emanuele Trevi, vincitore della scorsa edizione.

Il premio letterario più ambito è andato al favorito Mario Desiati con il suo “Spatriati” pubblicato da Einaudi. Di seguito qualche dettaglio in più su questo e gli altri finalisti.

  • Mario Desiati “Spatriati” racconta le avventure di una generazione priva di motivazioni e obiettivi, ambientata tra Puglia, Roma e Berlino raccontata alternando all’italiano puro, il dialetto salentino e il tedesco. La complessità del romanzo sta nell’aver creato personaggi che sfuggono, a partire da loro stessi, da categorie, etichettamenti e stereotipi che vanno dalla sessualità alla sfera politica e mette in luce il fatto che tra gli Europei gli italiani sono il popolo che spesso per ragioni economiche emigra di più
  • Claudio Piersanti: scrittore, filosofo, in gara con “Quel maledetto Vronskij”: un sotto testo preso dal celebre romanzo di Tolstoj, Anna Karenina, la cui lettura aiuta il protagonista a scavare nei meandri della gelosia e del motivo per cui è stato abbandonato dalla sua compagna
  •  Marco Amerighi in gara con “Randagi” scritto nella migliore tradizione del linguaggio toscano avendo come punto di riferimento Collodi; Pratolini, Palazzeschi etc.

 Gli altri finalisti

  •  Veronica Raimo in gara con “Niente di vero” ha già vinto il premio Strega- Giovani. La storia s’incentra su di una famiglia piena di fisime e di ossessioni descritta però con comicità e ironia, arricchita dal divertente gergo dei ragazzi romani
  • Alessandra Carati con “E poi saremo salvi”; saga incentrata su di una famiglia di esiliati bosniaci, costretti a fuggire dal loro paese durante la guerra del 1992
  • Fabio Bacci con “Nova” sui deliri di un neurochirurgo allucinato e sulla moglie vegana
  • Veronica Galletta con “Nina sull’argine” ci riporta alla realtà del lavorare in fabbrica, di sopravvivere in un mondo difficile.