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Dacia Maraini ha detto di Pasolini che era un uomo diviso in due.  Estremamente mite e gentile nella vita di tutti i giorni e con i suoi amici; terribile, puntiglioso e aspro nei giudizi quando scriveva e la sua anima intellettuale veniva fuori. Certo fu un intellettuale scomodo, difficile da capire per i suoi contemporanei, un uomo fuori dagli schemi, un uomo libero.

Era però sicuramente tormentato e diviso perché probabilmente non riusciva ad accettare quel suo essere borghese che criticava nel prossimo e nella società che lo circondava. Non che sputasse nel piatto dove mangiava: semplicemente si rendeva conto che con il boom economico seguito al dopo guerra la gente non stava capendo più nulla. L’egida del consumismo, il nuovo potere occulto che sembrava dominare e dirottare tra le maglie del capitalismo anche coloro che durante la guerra avevano fatto la fame, sembrava indistruttibile e poteva condurre solo alla dissoluzione della bellezza.

 Ma cos’era la bellezza per Pasolini? Ci accompagna, Dario Pontuale, per la Roma di Pasolini; e se noi utilizziamo questa guida riscopriamo gli ambienti di Accattone, di Ragazzi di vita e di Una vita violenta; ritroviamo gli ambienti che un tempo erano periferia, vissuti dalle uniche persone con cui Pasolini all’ultimo si voleva rapportare; coloro che non si erano omologati, non avevano scelto stereotipi per viaggiare nel mondo borghese e quindi erano spontanei, e quindi erano creativi e quindi erano belli.

E viaggiamo in questa Roma tra attori, amici, scrittori intellettuali, lasciamoci andare alle scelte visive che questo straordinario intellettuale ci ha lasciato, perché pensare e pensare liberamente è cosa da pochi e non da tutti. L’agile volumetto di Dario Pontuale ci offre un ritratto di Pasolini e di Roma decisamente compiuto.

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Dario Puntuale
è nato a Roma nel 1978. Critico letterario e scrittore ha collaborato nella stesura della Storia della Letteratura Italiana di Manfredi –Sacco e si è interessato in modo particolare agli scrittori italiani e non dell’Ottocento e del Novecento. Nei suoi studi si è soffermato molto sulla figura di Cesare Pavese e di Pier Paolo Pasolini. Ha vinto numerosi premi per molte sue opere tra cui “La biblioteca delle idee morte” e “L’irreversibilità dell’uovo sodo”.