L’ultimo libro scelto nel 2024 dal gruppo di lettura Blue Room è stato Amelia, di Anna Burns. Una scelta collettiva e supportata da una ottima opinione sull’editore Keller che già in passato aveva offerto luetture interessanti e coinvolgenti. Il nuovo corso del gruppo si è aperto con la discussione su questo libro nel primo incontro svoltosi il 23 gennaio. Era già nei miei piani chiedere al gruppo di contribuire, su base volontaria e spontanea, alla condivisione delle considerazioni e dei commenti scaturiti dai libri che avrebbero ispirato di più, e nonostante questo libro non abbia avuto un giudizio totalmente positivo, ho comunque accolto favorevolmente una recensione che sintetizza le impressioni del gruppo, e ve la riporto così come è stata redatta.

Dopo la pausa per il periodo natalizio, il Gruppo di lettura si è riunito per confrontarsi sul libro di Anna Burns Amelia, selezionato con la prospettiva di approfondire l’evolversi della guerra civile combattuta in Irlanda del Nord tra cattolici e protestanti attraverso le vicende della protagonista Amelia nel suo passaggio dall’infanzia all’adolescenza.

 In effetti la prima parte del libro, con la descrizione della casa e della famiglia Lovett allo scoppiare dei Troubles a Belfast, è risultata lineare e scorrevole, confermando questa aspettativa. Poi la lettura si è rivelata più impegnativa.

Nell’ampio dibattito che ha animato la riunione del Gruppo, è stata infatti rilevata una marcata separatezza delle successive ripartizioni del romanzo, prive di fluidità nel passaggio dall’una all’altra. Ognuna esse è popolata di numerosi personaggi disturbati, dediti all’alcol e che usano le armi anche in contesti che non sempre sono riconducibili alla guerra civile in corso.

Alcune scene vengono narrate con una crudezza tale da far pensare che siano state scritte con l’occhio a una successiva trasposizione filmica. L’impressione è che tutto sia sopra le righe, tutto esagerato. Qualcuno nell’ambito del Gruppo ha avanzato l’ipotesi che sul clima di tutto il libro abbia influito la traduzione dal dialetto belfastiano all’italiano.

Nel capitolo finale, la speranza che la gita all’isola di Rathlin si trasformi in una sorta di riscatto per quel gruppo di scombinati, come auspicato da molti nel Gruppo di lettura, viene frustrata dall’incontro con il folle locale, Ambrose, che riesce a scacciarli dalla sua isola.

Insomma, cercando di vedere nello svolgersi della storia le ragioni di una guerra civile, ci si ritrova a seguire le storie folli di Amelia e degli altri personaggi. E in realtà quelle di Amelia e dei suoi compagni sono storie di disturbi psichici indotti dall’alcol e dalle droghe, ma anche la vita che si svolge intorno a loro – verrebbe da dire normalmente, ma nessuno del Gruppo se la sente di usare questo avverbio nei confronti dell’ambiente descritto nel libro – è permeata di follia o, per meglio dire, di nonsenso.

E forse alla fine è proprio questa la chiave di lettura del libro: attraverso l’insensata vicenda della protagonista e degli individui che la contornano l’autrice vuol mettere in evidenza l’insensatezza dello scontro armato nel quale loro malgrado sono costretti ad agire, a vivere e a morire.

  • Amelia, di Anna Burns
    Ed. Keller

 

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