Dopo la presentazione di questi libro lo scorso 30 gennaio proprio in questa libreria, i membri del Gruppo di lettura lo hanno scelto dandosi appuntamento al 20 marzo per discuterne, ma mai si sarebbero aspettati di farlo in presenza dell’autore, collegato in video da casa sua.
L’eccitazione e l’imbarazzo per l’inaspettata novità non hanno comunque avuto la meglio sui commenti che la lettura aveva suscitato in ciascuno dei membri del Gruppo, che disciplinatamente quasi in ordine di schieramento hanno espresso le proprie opinioni, godendo della rara opportunità di ricevere direttamente dall’autore precisazioni e spiegazioni, arrivando persino a sentirsi dire che su alcune osservazioni avrebbe riflettuto o che trovava interessanti alcune interpretazioni a cui non aveva pensato.
In linea generale, il libro è piaciuto a tutti. Al di là della trama e dell’esito finale della vicenda raccontata, ha sorpreso la capacità dell’autore di rappresentare i personaggi e i loro stati d’animo in perfetta aderenza all’età in cui vengono raccontati, quasi egli li descriva per averli conosciuti di persona nonostante la sua indubbia giovane età.
Tutti sono rimasti colpiti dal modo in cui descrive situazioni e avvenimenti, che spesso ci hanno fatto sentire dentro la scena narrata, pienamente coinvolti nelle azioni che vi vengono descritte.
I personaggi sono tutti profondamente caratterizzati e si fa apprezzare il modo graduale con cui, nel procedere del racconto attraverso inserti di storia passata, essi emergano pian piano in tutta la loro complessità. E se questo discorso vale per i personaggi principali, deve essere esteso anche a quelli di minore impatto nella vicenda. Minore solo per quanto concerne lo spazio che in essa occupano, perché il loro aspetto e il loro carattere emergono con forza anche dalle brevi pennellate che ne descrivono il ruolo anche a volte marginale nella storia dei protagonisti, ma di grandissimo rilievo per la descrizione immediata e vivida dell’atmosfera paesana e del clima che si viene a creare con il progredire degli avvenimenti.
La storia è dopotutto abbastanza semplice: un ambiente paesano e contadino messo sottosopra dalle aspettative di denaro per l’impatto della costruzione dei un’autostrada sui terreni circostanti abilmente sfruttate dal sindaco per mantenere e rafforzare la sua posizione viene ulteriormente sconvolto dalla scoperta di uno scheletro umano, riportato alla luce dalla frana che investe il paese durante un’alluvione.
Per il protagonista Giuà è immediato il collegamento con la scomparsa del fratello Delio, contrabbandiere e poco di buono scomparso vent’anni prima assieme al prezioso trittico della chiesa.
È intorno a questa figura, che è quasi il vero protagonista del libro, che ruota tutta la vicenda, non solo quella che influenzando atteggiamenti e stati d’animo dei paesani peserà da questo momento in poi sulla vita e sui sentimenti dei suoi familiari, ma anche quella che emerge a sprazzi nella rievocazione in forma di flashback di avvenimenti passati che hanno interessato i protagonisti.
È quest’ultima una modalità utilizzata anche per disegnare in maniera molto incisiva i personaggi principali. Pensiamo a Rea con i maltrattamenti subiti dal padre, il suo rifugiarsi nel gruppo amico di cadaveri nascosti nella radura, la scena davvero esplosiva in cui getta la granata in casa dei genitori nel momento in cui il padre sta stringendo accordi criminosi con Delio, che rimane ammirato da quella bambina selvaggia e intrepida.
A rappresentare Giuà serve anche la scena in cui, in assenza del solito Delio che Rea va a cercare in montagna, assiste la cognata Marta durante il parto. Sarà lui, che con Rea non ha figli, a far nascere l’amato nipote Andrea. Ritroveremo questo tenero aspetto di Giuà verso la fine del libro, quando in ospedale, in attesa che Rea sfigurata dalle botte dei paesani inferociti venga operata, fa compagnia e poi consola una donna incinta che perde la sua bambina.
Altro personaggio che non è tra i minori è Frescolana, il calabrese venditore ambulante di tessuti che ha deciso di fermarsi comprando un terreno. Ora l’autostrada passerà su quel terreno ma lui i soldi dell’esproprio non li vuole e difende la sua proprietà con il fucile. Frescolana ha molte affinità con Giuà, possono quasi dirsi amici, e lo scambio di battute tra di loro è in fondo sempre uno scambio di identici sentimenti per la terra, per il lavoro dell’uomo, per la natura.
Contro le intemperanze armate di Frescolana a Giuà chiede aiuto un altro personaggio minore ma dai contorni umani ben definiti, il maresciallo dei Carabinieri Paride. Amico da sempre di Giuà lo vediamo spaccato tra il modo bonario di farsi tutore dell’ordine e il dovere di intervenire come autorità nei momenti tragici dell’alluvione e del ritrovamento delle ossa.
Potente nella sua meschinità è anche la figura di Tunin, Valentino da giovane di nome e di fatto, che l’inflaccidimento del corpo e dello spirito trasformano in un gretto bottegaio preda vigliacca della spinta popolare alla violenza nella insensata ricerca del farsi giustizia da sé sui presunti colpevoli.
Un respiro quasi felliniano ho trovato invece nella figura di Lilli, la prospera barista che tratta bene tutti, che dalle avances dei clienti si difende chiamando tutti papà, fedele al suo enorme marito Carletto. Pagherà con la vita sotto le macerie della sua casa distrutta dalla frana la sua posizione battagliera nei confronti di Giuà inseguendo la chimera del benessere e dei guadagni che l’autostrada avrebbe portato al paese e al bar.
Destinato ad essere ignorato da tutti, che lo hanno condannato ancor prima del tribunale per avere con le sue manovre sui terreni causato la frana, è il sindaco Casagrande. Il subdolo ex pugile con il cappotto sulle spalle quasi fosse l’accappatoio sul ring, il falso compagnone di tutti a cui propina il sogno di chi sa quali risarcimenti e indennizzi per il passaggio dell’autostrada, cercando i consensi che lo mantengano ancora a lungo nella posizione di potere che gli consente i suoi intrallazzi.
È stato stimolante poter ripercorrere tutti questi aspetti dei personaggi e della storia in presa diretta con il loro creatore, dal quale abbiamo potuto apprendere come la frequentazione di Rea con gli esplosivi sia un portato diretto delle memorie della Resistenza così ben radicate in quella parte della Liguria.

- E’ ATROCE LA LUCE, di Stefano Galardini
Ed. 8tto
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