I racconti ritrovati di Pia Rimini: L’amore muto
Uno scrigno di racconti che emozionano e che fanno riflettere sulla condizione delle donne in un’epoca della storia diversa dalla nostra, quella di Pia Rimini, autrice di successo negli anni Trenta che morì a soli quarantaquattro anni nel campo di sterminio di Auschwitz, a causa del suo cognome ebreo e da quel momento il suo nome e le sue Opere sono scomparsi dal panorama editoriale e culturale del nostro Paese.
L’amore muto edito da Edizioni readerforblind, la casa editrice fondata nel 2021 da Dario Antimi, Adria Bonanno e Valerio Valentini con la nobile ambizione di restituire ai lettori libri importanti della letteratura italiana del Novecento, finiti inspiegabilmente nell’oblio, dopo aver riscosso un notevole successo ai loro tempi.
Le protagoniste di questa raccolta di racconti di Pia Rimini sono quasi tutti donne e anche se hanno età diverse si coglie una forte somiglianza, anime pure e dilaniate nel corpo e nello spirito dai patimenti, causati dalla loro condizione sociale e di genere.
I personaggi e i luoghi sono descritti, in maniera ineccepibile, sono dei quadri di vita quotidiana, di persone semplici, di sentimenti puri ma anche di atti meschini.
Le sue sono parole delicate, tenere e garbate, pur esprimendo amare verità. La sua scrittura è deliziosa, diretta, schietta, ma non si può definire semplice perché lo è solo in apparenza, di sicuro è una scrittura vera, di alto valore letterario.
Ci conduce in quel formidabile, irrisolvibile enigma che è l’universo femminile nella consapevolezza del sapersi dare, nella gioia e nella sofferenza della maternità. Donne arrendevoli e rassegnate al loro destino, come la cultura imperante dell’epoca imponeva.
Da donna e da scrittrice, l’ho trovato un libro molto bello e in molti casi commovente come un grido improvviso di dolore che arriva da lontano, in una notte di tempesta. La particolarità dei racconti è il loro narrare temi profondi con un ritmo ordinario. Ma la verità è che ogni giorno, sebbene appaia banale, ha dentro una luce che illumina il buio. Anche se poi questa luce si affievolisce fino a spegnersi nella cupezza della sconfitta.
Diciotto racconti che attraverso i propri personaggi, credibili e reali in ogni parola e ogni gesto, riescono a ricostruire un mondo fatto di maternità, perdite, famiglie rigide e anaffettive, capace di generare in chi lo legge vicinanza, empatia e compassione.
Donne sconfitte, ammalate, disperate, animate dal bisogno di essere amate e spesso quel loro desiderio viene strumentalizzato per il mero ed egoistico appagamento sessuale maschile. Alfine, il diniego della società e delle famiglie le induce a compiere scelte sbagliate, a perdersi in situazioni al margine che le umiliano.
La Rimini racconta la realtà delle fanciulle, e della loro ingenuità, di quegli anni che spesso venivano ingannate da uomini sposati o attempati con promesse di matrimonio o di agiatezza e poi abbandonate con in grembo “il frutto della vergogna”. Aleggia nelle loro vite un senso di angoscia e solitudine. Donne senza voce a cui è proibito pronunciare il loro dissenso. Un mondo di vittime che offrono il loro corpo agognando una tenerezza puntualmente disattesa.
Gli unici uomini buoni sono i vecchi, messi alla gogna per gesti mai compiuti con lo scopo di estorcergli le misere riserve economiche possedute.
Ci sono anche i bambini gli unici portatori di un barlume di speranza, perché sanno riconoscere il bene non essendo ancora contaminati dal cinismo e dalle storture dell’età adulta.
Sono racconti preziosi perché permettono di ricostruire la storia e la letteratura di quegli anni.
La Prefazione della scrittrice Giulia Caminito, appassionata, colta e florida, evidenzia gli aspetti più salienti, le sfumature esperienziali e lo stile narrativo del libro, dove chiarisce scopo e metodo de L’amore muto, fornendo anche importanti note biografiche della Rimini che consentono una lettura più profonda e conscia del testo.
- L’AMORE MUTO di Pia Rimini
con la prefazione di Giulia Caminito
Ed. Readerforblind, 2021
La recensione è della scrittrice Maria Franzé che ha letto il libro e lo ha commentato per Blue Room.
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