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A ridosso dalla fine della Prima Guerra Mondiale, durante il biennio rosso negli anni 1919- 1921, tra inflazione, crollo della lira e aumento del debito pubblico, si generò una crisi senza precedenti in cui gli operai scioperavano per ottenere un aumento del salario e la riduzione delle ore lavorative. E in questo quadro, dove l’influenza della Russia comunista da una parte e la nascita del fascismo dall’altra, permeano le vicende italiane, s’inseriscono le storie dei personaggi di Mario Sobrero. Il linguaggio e lo “sguardo scientifico” oserei dire “antropologico” in qualche modo ricorda Zolà. E il quadro diventa notevolmente realistico tanto è assorbito dalla influenza della Storia, di cui chi più chi meno i protagonisti sono vittime e artefici.
Il romanzo è una sorta di romanzo sul Doppio. Un po’ lo suggerisce lo stesso titolo che ricorda il rapporto complesso e non facile tra i due uomini vissuti negli anni dopo la morte del loro Maestro. Un po’ perché i due sono cugini (non fratelli però) e mentre Pietro vive la propria realtà da proletario occupando fabbriche, Paolo è un borghese pronto nell’incamminarsi verso la strada del nazionalismo. Questa doppia faccia che vede due protagonisti contrapporsi su di un quadro storico sociale, viaggia anche attraverso la psicologia che via via permea sia i due cugini che il padre-zio Magistrato, Davide. Questi protegge la sua famiglia, mentre sua madre Antonia si rifugia nella preghiera e la moglie Clelia aspetta tenacemente, ma con angosciosa disperazione, il figlio rubatole dalla guerra. Sobrero scrisse Pietro e Paolo nel 1924; consegna alla storia e alla storia della letteratura non solo il ritratto di un’epoca, ma la visione della Storia che sarà; e tutto questo lo fa attraverso uno stile asciutto, non ridondante, ma pregno di significati.

  • Pietro e Paolo di Mario Sobrero
    Ed. Readerforblind
    ISBN 9791280890092