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Ospitiamo con piacere sulle nostre pagine l’intervista al vincitore nella sezione illustrazioni del Concorso letterario e d’illustrazione ispirato a Italo Calvino, indetto con la collaborazione di CrunchEd (che ha curato anche la selezione e questa intervista)

Julien Bertolin

La citazione scelta
«I pesci sono probabilmente gli unici animali domestici che non fanno rumore.
Ma loro mi insegnarono che le urla possono anche essere silenziose.»
Bestiario sentimentale \ Guadalupe Nettel \ La Nuova Frontiera

Ciao Julien e benvenuto! Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Ciao grazie a voi per l’accoglienza. Ho scelto questa citazione in quanto penso che ognuno di noi si porti dentro delle urla silenziose, che avremmo voluto esternare ma, per un motivo o un altro, sono rimaste chiuse in noi e continuano ad urlarci dentro.

Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Raccontaci la tua storia d’amore per il disegno.
La mia storia d’amore per il disegno si sviluppa lungo una vita. Fin da piccolo mi sono avvicinato e innamorato al disegno e alla sua potenza evocativa, il disegno mi aiuta ad emozionare ed emozionarmi. Come ogni storia d’amore ha avuto i suoi momenti no in cui non mi sentivo abbastanza per lui, ma oggi dopo 32 anni siamo ancora qui, insieme, e spero sarà così per molti anni a venire.

Da quando iniziamo a poter tenere in mano matite fino a un oscuro momento di interruzione disegniamo tutti. Hai memoria di quando hai capito che non avresti smesso? Cosa ricordi del tuo modo di disegnare da bambino? Ne conservi qualcosa ancora oggi?
Non saprei dirvi se ho affrontato realmente un momento in cui ho capito che non avrei smesso, perché in realtà non mi sono mai posto la domanda in quanto se non disegno per troppi giorni inizio ad avvertirne una certa astinenza e subentra in me la paura di non ricordarmi come si fa, poi prendo in mano una matita e piano piano capisco che non potrei mai scordarmi perché è parte di me in un certo senso. Da bambino avevo una forte attenzione all’abbinamento dei colori fra di loro, ecco questo forse è l’aspetto che ancora porto nel mio modo di disegnare, una maniacale attenzione alla palette cromatica che deve esprimere una sensazione, un’atmosfera ed un sentimento. Il colore comunica e bisogna imparare ad ascoltarlo.

Il cibo è il nostro carburante psicofisico prediletto e muove anche le mani di chi crea. Anche l’ispirazione ha bisogno di essere nutrita, tu come la alimenti? Che forme d’arte saziano la tua fame visiva?
Direi che in primis il cinema ed il cinema d’animazione sono i miei principali alimenti, ne consumo a quantità elevate per trovare nuovi spunti, idee nella costruzione delle immagini, tagli fotografici innovazioni sulla composizione dell’immagine. Inoltre mi aiuta molto la letteratura, la lettura di classici, poesie o scritti vari stimola molto la mia immaginazione.

C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Sono tanti gli artisti che porto nel cuore e negli occhi. Da Matisse fino a Schiele, da Modigliani a Chagall passando per tanti altri pittori e prestando particolare attenzione a certe loro opere o periodi artistici per cui sono meno noti, ad esempio il periodo blu e rosa di Picasso o il primo Kandinskij. Inoltre fra gli illustratori contemporanei ho una passione sfrenata per Joanne Concejo o ancora i Fan Brothers. Ammiro molto il loro lavoro e spero un giorno di potermi avvicinare alla loro competenza e professionalità in materia d’illustrazione.

Il disegno è una pratica sconfinata nei risultati ma anche la sua attuazione varia da persona a persona. Dall’altro lato della tavola, tu come disegni? Hai dei personali riti di avvicinamento al foglio? Hai delle condizioni indispensabili da esaurire? Per esempio prediligi la mattina o la notte fonda, il silenzio della solitudine o essere accompagnato da altri esseri viventi e non?
Per disegnare la mia condizione ideale è la solitudine e la tranquillità. Da solo con la mia musica o un film di sottofondo. Non potrei mai disegnare con troppe persone intorno in quanto il disegno lo vivo come un mio momento intimo al pari di un bagno, mentre disegno è come se mi spogliassi per cui subentra quell’intimità che voglio gelosamente custodire. Prediligo inoltre il giorno, la luce naturale mi aiuta molto poiché disegnando in analogico è una condizione necessaria per me

Continuando a esplorare i luoghi invisibili che portano alla creazione artistica, come hai raggiunto la tua attuale espressione visiva? Hai tentato di inseguire un obiettivo stilistico prefissato o hai sperimentato a briglia sciolta?
Inizialmente ammetto di aver cercato in tutti i modi “un modo di disegnare originale”, inseguivo una chimera, poi con l’età ho capito che io sono il mio “modo di disegnare originale”, ovvero lasciarmi andare e fare quello che piace a me senza cercare di imitare lo stile di nessuno, ma semplicemente disegnare a modo mio. La naturalezza del disegno definisce la personalità artistica di ognuno di noi senza arrovellarsi il cervello a dover disegnare in un modo piuttosto che un altro o inseguire le mode del momento.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica mi accompagna in generale nella vita, ascolto di tutto e a tutte le ore del giorno o della notte e quello inevitabilmente si riflette nel mio disegno in quanto accumulo parole, atmosfere e sensazioni che poi trasporto sul foglio che rimane il mio miglior mezzo espressivo.

Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: hai progetti per il futuro? E se si, ti va di darcene un’anteprima?
Ringrazio io voi per la bella intervista e la gentilezza. Sono da pochi giorni stati pubblicati i miei ultimi due lavori “Portami a ballare” (Edizioni Psicografici) ed “Il museo di marzapane” (Edizioni Bummy) di cui sono autore ed illustratore e a breve uscirà un nuovo albo in cui ho avuto il piacere d’illustrare un testo dolcissimo sull’accettazione di sé dal titolo “Mirò” (Edizioni Il Ciliegio). Il futuro spero sia pieno di nuovi albi illustrati a cui sto lavorando e spero avrete modo di leggerli e rispecchiarvi nelle mie parole ed illustrazioni, spero insomma di continuare a regalare un’emozione a chi segue il mio lavoro.

Di seguito una galleria di illustrazioni di Julien Bertolin, che include l’illustrazione vincitrice dal titolo “A ripetizione”