La grande tribolazione di Etienne De Montety Edizioni e/o
E’ vero: il libro l’abbiamo scelto noi del Gruppo di lettura, ma qualcosa comunque ci suonava stonato. Quel titolo, che non è la traduzione dell’originale La grande épreuve ma è mutuato dal brano dell’Apocalisse riportato in esergo, ci provocava un malcelato senso di repulsione che, a dispetto delle informazioni che ci avevano indotto alla scelta, veniva a turbare le aspettative di lettura.
Invece, sin dalle prime pagine, si è rivelato un libro da divorare nel più breve tempo possibile. La scrittura netta, diretta, senza fronzoli, che rivela nello scrittore il giornalista che è, avvince subito, spingendoci ad andare avanti senza sosta di capitolo in capitolo. La stessa agilità dei capitoli, tutti brevi, essenziali, di poche pagine, invita a passare dall’uno all’altro, facendosi condurre nell’alternanza sapiente dei frammenti della storia dei singoli protagonisti le cui sfaccettature ne delineano via via le caratteristiche e il destino.
La vicenda è evidentemente tragica, come avevamo appreso dalla notizia che l’autore ha preso le mosse da un fatto reale, l’uccisione di un prete, padre Hamel di 85 anni, avvenuta nel 2016 nei pressi di Rouen, per mano di due seguaci dello Stato islamico che lo sgozzarono in chiesa.
Il lettore sa quindi perfettamente come si concluderà la vicenda, conosce il finale di quello che non è un giallo ma la narrazione delle situazioni sociali e psicologiche che conducono i diversi attori a maturare le proprie scelte di vita, per alcuni legate alla propria origine o alla scoperta della propria origine. Ognuno di loro è chiamato a fare una scelta, ad affrontare una prova, una sfida – appunto – per affermare quella scelta.
Sul modo in cui l’autore propone lo svolgersi del processo seguito da ognuno dei protagonisti si è svolta nel Gruppo un’accesa discussione tra chi lo ha visto fortemente squilibrato in favore della posizione cristiana rispetto a quella islamica e chi, invece, ha ritenuto che in genere non vengano imposti giudizi di valore sui singoli percorsi.
Un altro punto che ha visto pareri discordanti tra i membri del Gruppo è stato quello relativo alla presenza di un quinto personaggio rispetto ai quattro che vengono delineati nel risvolto di copertina.
In realtà il libro dedica i suoi capitoli alla ricostruzione dei percorsi di vita di Georges Tellier, il prete che verrà ucciso, dei due ragazzi che decidono di coronare la loro adesione all’Islam uccidendolo, Hisham Boulaid di origini marocchine e David Berteau figlio adottivo di origini maghrebine di una coppia borghese, e di Frédéric Nguyen capitano di polizia di origini vietnamite.
Ma il libro, oltre che a questi quattro personaggi, dedica molto spazio alle vicende di Agnès Mauconduit, che si fa suora e va a lavorare in un orfanotrofio a Soweto in Sudafrica. Ritornerà in Francia per accudire gli anziani genitori, dovrà dismettere il velo per lavorare presso un centro per la maternità e l’infanzia in un quartiere di immigrati e sarà presente nella chiesa teatro della tragica conclusione del libro.
All’interno del Gruppo questo personaggio ha provocato ampie discussioni tra chi ne esaltava la figura, considerata essenziale nel riequilibrare il peso attribuito nel libro alle due religioni in virtù delle considerazioni positive che la suora svolge nei confronti dell’Islam e delle sue pratiche ritenendolo uno stimolo per la vita spirituale dei cristiani, e chi addirittura si chiedeva quale funzione avesse nell’economia del racconto.
Analogo contrasto si è generato a proposito della figura del poliziotto vietnamita, nel senso che da parte di alcuni se ne è messa in discussione la scelta dell’origine, sia pure congruente con il passato coloniale della Francia, e la posizione di disinteresse per la religione.
Per concludere, ci è sembrato che i due giovani protagonisti non arrivino a conoscere realmente l’Islam ma in nome di questo compiano il loro atto terroristico spinti dall’odio per la società in cui vivono. E a questo punto le opinioni di ognuno hanno spaziato dalle riflessioni sulle contraddizioni del mondo in cui ci troviamo a vivere, alle considerazioni sul peso che le religioni e il modo in cui vengono intese ha sulla vita di ognuno, al riconoscimento dell’influenza che la disgraziata stagione del colonialismo continua ad avere sui popoli. Ma tutti ci siamo trovati d’accordo nell’esprimere un giudizio positivo su questo libro, sullo stimolo alla discussione che ha rappresentato per ciascuno di noi.

- Amelia, di Anna Burns
Ed. Keller
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